Nuova Darsena, nuove prospettive
Darsena polifunzionale una nuova prospettiva per il porto di Catania
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1.100 metri di banchine lineari accanto all’Asse dei Servizi
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Pierangela Cannone
Quello di Catania è un porto polifunzionale dalle grandi potenzialità.
Il ruolo strategico svolto dal sistema logistico della città di Catania e del suo Porto, che costituisce il bacino di raccolta e distribuzione siciliano dei traffici diretti da e verso il Mediterraneo, sviluppa una grande potenzialità sia per le tradizionali attività produttive, sia per una nuova e indispensabile crescita turistica.
In questo contesto, l’ultimazione della Darsena polifunzionale ha costituito per lo scalo etneo un’infrastruttura di grande prospettiva intermodale consentendo la delocalizzazione di gran parte del traffico cabotiero e containers in aree portuali di più ampia dimensione, dando l’opportunità di attivare il progressivo reinserimento del porto vecchio nella morfologia dei quartieri della città, proponendo una nuova visione turistica del sistema porto-città.
Stiamo parlando di 1.100 metri di banchine lineari, per una struttura che non tocca il tessuto urbano perché posizionata accanto all’Asse dei Servizi, ma che ha permesso lo sviluppo sia di un traffico commerciale essenziale per qualsiasi porto, sia di tutte le attività commerciali inerenti al mare. Per il progetto, inoltre, è stato realizzato il primo vero intervento di riqualificazione della foce del torrente Acquicella, prendendo spunto dalla prescrizione contenuta nel decreto di compatibilità ambientale rilasciato dal Ministero dell’Ambiente.
L’apertura della nuova Darsena ha realizzato un servizio fondamentale anche per il collegamento con le città del Nord, creando a Catania un punto di snodo fondamentale. Sono oltre 40 milioni, infatti, le tonnellate di merce movimentate nei porti che vanno da Catania a Pozzallo, cioè oltre il 63% del totale di quanto movimentato sull’Isola. Numeri, questi, che ancor di più pongono Catania al centro del nuovo sistema portuale isolano. Non solo. La struttura ha permesso il potenziamento delle attività ricettive del Porto etneo, che diviene maggiormente appetibile agli investitori e uno strumento importante per gli imprenditori dell’isola. Traghetti, attività turistica e crocieristica, navi commerciali e da diporto, ogni attività ha una banchina in riva al mare con strutture dedicate. La delocalizzazione della maggior parte del traffico commerciale all’interno dell’area portuale fra la radice del molo Crispi e la nuova Darsena, ha permesso il recupero di oltre il 50% delle aree di competenza dell’Autorità Portuale con la creazione di un waterfront a servizio del traffico crocieristico, del diporto, della pesca e delle iniziative a sostegno dello sviluppo socio-economico della città.
Tutto è stato realizzato in maniera rigorosamente antisismica per un’opera di rilevanza strategica anche ai fini di protezione civile. L’impianto antincendio ha a disposizione 43 idranti a battente sottosuolo, alimentati da un gruppo pompaggio funzionante con acqua di mare collocato alla radice del molo del sottosuolo. L’illuminazione delle banchine e dei piazzali è garantita da 12 torri faro a corona mobile da 15 metri a 30. Per migliorare la sicurezza degli ormeggi, infine, sono state realizzate banchine antiriflettenti, tiranti e sistema di ancoraggio progettato in collaborazione con il dipartimento di Idraulica dell’Università di Ingegneria di Catania. “Con l’ultimazione della Darsena Commerciale destinata al traffico Ro-Ro e containers – dice il Commissario dell’Autorità Portuale Cosimo Indaco – il porto di Catania ha ultimato la prima fase del processo di grande infrastrutturazione dello scalo e si appresta ad avviare la seconda fase destinata al miglioramento, razionalizzazione e potenziamento delle strutture e delle aree esistenti. A tal uopo è stato predisposto e inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 15 dicembre del 2014, un documento contenente l’elenco delle opere che questa Amministrazione ritiene strategiche per completare l’assetto dello scalo etneo sotto tre profili principali”. “In primo luogo – prosegue – il miglioramento della sicurezza delle infrastrutture e dell’operatività portuale, mediante il consolidamento delle banchine e dei piazzali portuali per garantire i massimi standard antisismici, il rifiorimento della mantellata del molo di sottoflutto per migliorare la risposta alle mareggiate e a eventi calamitosi in genere, la creazione di strutture strategiche ai fini di Protezione Civile; in secondo luogo il potenziamento delle connessioni stradali e della mobilità di merci e passeggeri fra il porto, l’interporto e l’aeroporto di Catania che sorgono a pochi chilometri di distanza; infine, la concretizzazione del processo di integrazione fra porto e città, realizzazione di percorsi e interconnessioni fra l’area portuale e il tessuto urbano, razionalizzazione degli spazi, riconversione delle strutture portuali a nuove funzioni urbane, con l’obiettivo di rilanciare una rivisitata funzione strategica per le aree di waterfront che, puntando sulla vocazione turistica della città di Catania, si proponga come volano dello sviluppo socio-economico dell’intera area metropolitana etnea”.